Questa poesia ci è stata donata da un escursionista (che resterà anonimo) dopo la nostra uscita nella valle della Cannavera e lungo le creste del Mirabella

Fin su la vetta e ancor più lontano
Si tinge d’azzurro e ti sfiora la mano
La cima di un monte e quell’orizzonte
Che quasi ti sfida guardandoti in fronte
Gli abbracci, le risa, le identiche idee
E lungo il sentiero già mille orchidee
Sorridono a festa in micro colonie
Con le loro amiche, le rosse peonie
Le voci, l’azzurro, il caldo alla pelle
Il vino che inebria, di giorno le stelle
E infine capisci che sei da barella
Col mandarinetto, artemisia e cannella
Ma poi ti rialzi, il sentiero ti chiama
La vetta che adesso ti pare lontana
Ben presto ti arriva e illumina il cuore
Del mirto e del timo ti invade l’odore
E infine da solo, assorto, assorbito
Guardi l’altra cima e la tocchi col dito
E se non riesci a salir veramente
In pochi secondi ci arriva la mente
E se anche col cuore ti vien troppo dura
Se quell’ultima cima fa troppa paura
Sogna e poi vola tra creste e crinali
Le idee sono le gambe, gli amici le ali