Oggi ricorre il 47esimo anniversario della marcia di Monte Cervi.

“La marcia di Monte Cervi?” direte voi.

Sì. Pochi ormai ricordano un evento di straordinaria importanza per la protezione delle Madonie come oggi le conosciamo.

Nel 1978, gran parte della faggeta della zona di Monte Cervi era di proprietà di un privato. Avete capito bene. All’epoca, l’Azienda Foreste (cioè la Regione) possedeva solo una piccola zona boscata. Ebbene, nel settembre di quell’anno, quel privato decise di mettere in vendita tutta la faggeta. Furono offerti lotti edificabili di 10.000 metri quadri l’uno, al prezzo di tre milioni di lire per ettaro. L’idea era quella di ripetere la lottizzazione di Piano Zucchi, dove furono costruite decine di villette.

Il CAS, insieme al WWF, Italia Nostra e l’Associazione Forestali, si oppose a questo scempio. Una campagna di stampa sensibilizzò l’opinione pubblica, e il 22 ottobre del 1978 venne fatta una marcia di protesta nella zona di Monte Cervi. I manifestanti occuparono anche l’aula consiliare di Polizzi, per spingere il comune a non autorizzare la vendita.

Sotto questa spinta popolare, la Regione decise di cominciare a demanializzare – cioè ad acquisire come demanio pubblico – tutte le faggete delle Madonie. Dopo una decina d’anni, il 9 novembre del 1989, fu pubblicato il decreto istitutivo del Parco, che ha le faggete al suo centro.

La prossima volta che vi fate una passeggiata a Piano Cervi, fermatevi un momento a immaginare cosa ci sarebbe potuto essere al posto dell’erba e degli alberi – case in cemento e strade asfaltate.

La natura va difesa, ieri come oggi!